sabato 21 novembre 2009

Il ciclismo come “palestra” di vita

Lo sport che ho praticato dall’età di 7 anni fino ad un anno fa ha segnato nel profondo la mia esistenza: questo sport, nel bene e nel male, è stata, è, e sarà sempre la mia passione. Sto parlando del ciclismo, sport che troppo spesso viene infangato ingiustamente, per colpa di qualche “fenomeno”, nel senso ironico del termine, che cerca di ottenere quello che tutti gli altri ottengono con immensi sacrifici, però senza usufruire di mezzi leciti. Il ciclismo non è solo questo... Il ciclismo è anche altro. Questa disciplina insegna che non è possibile ottenere niente senza un “sacrificio” costante e senza un impegno completo, insegna che non c’è posto per scansafatiche e fannulloni. Un bel risultato è sempre frutto di tanto lavoro e passione. Io stesso ne ho fatto esperienza. La preparazione invernale in palestra, gli allenamenti quotidiani dal mese di gennaio in poi, senza mai concederti un giorno di riposo; il sacrificio di un’alimentazione sana ed equilibrata. Tutto ciò costituisce solo la premessa. Il resto viene deciso dalla strada: chi vince e chi perde, chi risulta più competitivo e chi meno, chi è in grado di ottenere certi tipi di risultati e chi no. In gara le cose che contano sono la determinazione, la grinta, la capacità di soffrire, la voglia di vincere, la voglia di affermarsi e di ripagare i sacrifici di un vita. Ecco che tutto ciò costituisce un’incredibile “palestra”, che allena l’uomo alla vita stressante e difficile di tutti i giorni. Le sensazioni e le emozioni vissute in ambito sportivo possono essere riproposte in tanti ambiti, ad iniziare da quello universitario, lavorativo, etc… Lo stress fisico e l’abitudine alla fatica fisica ti “addestrano” ad uno stress di tipo mentale e non solo. Vivendo in un mondo così difficile, ritengo che sia indispensabile riuscire, o almeno tentare, di non farsi schiacciare dalle difficoltà, dai dolori e dalle preoccupazioni.


“Tutto è possibile. Possono dirti che hai il 90% di possibilità, o il 50%, oppure l'1%, ma ci devi credere. E devi lottare.” (Lance Armstrong) .


                                                                                                                                  Alberto Iacchi

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